S.O.S. DAGDA – Pronto Soccorso a Borgo Spante
L’altro ieri mattina arriva l’allarme da Bitu: “Vitellino gamba rotta!”
Mi prendono i sudori freddi perché questo, per tutti gli erbivori di grossa taglia, vuol dire abbattimento immediato… Mentre mi precipito giù penso che per fortuna Bitu esagera sempre, ma una volta arrivata trovo che una manza di quasi due anni, altro che un vitellino, si appoggia tristemente su tre zampe e la posteriore destra ciondola come un lampadario dopo il terremoto!
La faccio accostare piano piano alla tettoia e la metto al riparo.
Non riesco a distinguere nelle mie emozioni se sono più inferocita o presa al panico – nella testa tutte le immagini delle vecchie stampe inglesi di mio zio dove il padrone o il soldato diceva addio al cavallo ferito, o il film War Horse di Spielberg che ho visto qualche mese fa: sempre quell’arma, fucile o pistola, puntata alla testa e il bruciore nell’ animo per la perdita di un caro amico…
Comincio a cercare tutti i veterinari perché non sono in grado di decidere qualcosa da sola, ma come che ha animali in casa sa molto bene, questi si mettono nei pasticci sempre il sabato e la domenica, Natale o ogni Festa Comandata… comunque quando i veterinari sono introvabili!
La vitella intanto, che ho riconosciuto essere Dagda nipote della grande Cibele, mi guarda a testa bassa sofferente ma fiduciosa, e io impazzisco di rabbia perché non so che fare. Alla fine trovo qualcuno che mi dice che senza vederla non può consigliarmi nulla( davvero!!!), che mi manderà un giovane veterinario in avanscoperta, che non mi facessi troppe illusioni però…
Nel pomeriggio arriva il ragazzo… La vitella ha una brutta frattura, per fortuna però non all’arto, ma al metatarso: la parte alta del piede.
Il consiglio più ragionevole è di spedirla al mattatoio, (ma io non ci penso neppure) in secondo luogo poi si potrebbe operarla coi piastre e ferri, ma i bovini sono delicati dal punto di vista osseo e tendono a raccogliere tutte le infezioni possibili all’ apparato scheletrico…
Nel frattempo riesco a trovare al telefono la mia veterinaria (appena tornata dal funerale di un congiunto…) Lei non mi garantisce niente, ma potremmo provare ad ingessarla…
Decidiamo di tentare col buon vecchio gesso e così ieri mattina cominciano la grandi manovre.
Dagda viene sedata e portata col trattore sul prato della Villa dove si può lavorare più comodamente e nel mio ufficio viene allestita una camera oscura.
Cominciamo con le lastre per vedere lo stato di fatto – la frattura è totale e veramente brutta – ma decido comunque di andare avanti… Oltre la sedazione ci vuole l’anestesia perché mettere in trazione la gamba e il piede sarà molto doloroso e non possiamo rischiare che Dagda si muova. Aspettando che l’anestesia faccia effetto siamo tutti seduti nell’angolo più ombroso del prato, uno strano pic-nic, con 2 trattori ai lati, Dagda in mezzo con l’ago in vena, io che la tengo per un cornetto e le carezzo la testa e tutti gli altri intorno ad aspettare.
Per la trazione quale strumento è più adatto di un trattore, con una taglia per i movimenti più accurati…
Finalmente la gamba torna in assetto e dopo un ultimo controllo radiografico la veterinaria comincia l’ingessatura:
strati e strati di buona ovatta morbida per evitare escoriazioni;
poi uno splendido cerotto corrugato e rosso che avvolge e sostiene dallo zoccolo a mezza coscia;
e infine quattro rotoli di bende gessate bagnate in acqua calda, che la veterinaria manipola con l’abilità di un vasaio, facendola aderire intorno alla zampa rotta e modellandola in modo che Dagda sia comoda e sostenuta.
Io sono addetta al controllo della respirazione e alla regolazione dell’ anestetico. Sono molto impressionata perché la vitella a causa della posizione e dello stress si è gonfiata enormemente e ho paura che esploda il rumine… Appena il gesso si è consolidato si riparte per la stalla e riusciamo a sdraiarla ancora semi-incosciente sulla paglia fresca!
Si sono fatte le quattro di pomeriggio e siamo tutti spompati c’è ancora da andare a Perugia a comprare l’antibiotico per evitare problemi di infezione, ma per adesso mi sento soddisfatta e speranzosa…
Nel giro di qualche minuto Dagda si sveglia, si guarda intorno stupita, poi si alza ma la gamba è più allungata e non sa bene come bilanciarsi.
D’incanto il gonfiore sparisce, lei si ritrova affamata e si butta a mangiare il fieno con grandi e sonore boccate.
Sei una grande!!! Con dolci ricordi dei nostri giorni passati li insieme ti salutiamo 🙂
Jenny, Fabio e Poppy
Ogni vivente dovrebbe avere una possibilità, Jenny…
Nel vivace stordimento del Musicalweek voi siete stati la radice profonda della mia affinità con gli animali.
Grazie a Poppy e al branco, le nostre ancore, scodinzolanti e pelose, alla saggezza della Terra.
Spero di rivedervi presto!