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Le rose e altri fiori di Spante
Sono sempre stata un’ amica delle creature con il sangue rosso, caldo e freddo che sia! Preferisco i mammiferi “caudati”, ma sia gli striscianti che il popolo con le ali al posto delle braccia, mi sono ugualmente affini, li sento fratelli: possiamo muoverci tutti sul corpo di Madre Terra, condividere esperienze e imparare linguaggi… Ho invece deferenza e devozione per tutte le creature del Popolo in Piedi, dal muschio più basso alla maestosa quercia… Ammiro la loro adattabilità al passare del tempo, alla forza degli elementi e all’alternarsi delle stagioni; Ammiro la loro capacità di vivere di luce e calore e di lasciar andare le foglie ad ogni autunno; Mi colpisce le loro immobilità di contemplazione e preghiera; Ammiro e rispetto la loro longevità; Ammiro la loro pazienza, la capacità di crescere silenziosamente e di essere testimoni di tanti eventi; Mi sembrano immense e superiori nella loro possibilità di offrire nutrimento dal sole, bellezza e aria pura per ogni vivente; Ammiro e la verde linfa, il loro sangue luminoso, che si ritrae nelle parti più profonde del tronco e delle radici, per scorrere di nuovo a primavera. Nel piccolo mondo di Spante ogni primavera si festeggia la rinascita della vita e quest’anno le rose della facciata, del giardino e della piscina hanno dato il meglio di sé… Le rose del giardino e quelle della facciata così come alcune begonie dalle foglie rosse nei vasi, le buganvillee e le piante grasse sono state piantate e fatte crescere per prima da mia nonna Maria… Lei è morta 40 anni fa ma le sue piante sono ancora qui a fiorire per lei… Non sto parlando di grandi alberi dalle radici profonde, ma di arbusti da fiore, siepi, cespugli, il glicine, il limone, i gigli, gli iris, tulipani, violette e qualche antichissimo albero da frutto… Giuliana ha piantato quest’anno, nelle vasche delle rose rampicanti, delle petunie. Spante era piena, un tempo, di questi fiori dimenticati e delicati… Giuliana non lo sapeva, ma qualche messaggio dalle rose o dalla brezza deve averla raggiunta, nella sua inconsapevole voglia di bellezza. Per i grandi alberi di Spante ci sarà, in qualche altra nota, modo e tempo di celebrarli. Per oggi godetevi la fioritura di giugno e provate a sentirne il...
read moreAmiche da tre generazioni
Quando nel 2003 ho cominciato la mia avventura nell’allevamento ero spinta da un esigenza amministrativa: ufficializzare la “vocazione agricola” di Spante, (come se ce ne fosse stato bisogno! Vivevo sola in una grande casa, su un cucuzzolo difficilmente raggiungibile, e non avevo certo le risorse per farne un Relais Château…) comunque, per soddisfare i requisiti di legge, avrei dovuto tirare fuori la maggior parte del mio reddito dall’agricoltura. Coltivare e raccogliere qualcosa vivendo in un ambiente incontaminato, completamente circondata da boschi e animali selvatici, era praticamente impossibile. I primi anni avevo provato, a caro prezzo, a seminare i girasoli e l’orzo. Non ho raccolto assolutamente niente mentre, daini, cervi e cinghiali gozzovigliavano con i miei semi o con i fiori di girasole prima ancora che sbocciassero… Così ho cominciato a pensare di allevare qualcosa. All’inizio, ingenuamente, ho pensato che un pollaio fiorente, che mi consentisse l’autoproduzione delle carni per gli ospiti sarebbe bastato ma, facendo i conti con i parametri della Cee, ho scoperto che avrei dovuto allevare circa 2.000 conigli e 3.000 polli per raggiungere le 3 UBA (Unità Bestiame Adulto) che mi avrebbero consentito di avere la Licenza Agrituristica! Se a qualcuno di voi venisse in testa che potevo allevare cavalli o asini ci ripensi subito, cavalli e asini a quel tempo non erano contemplati frale specie che facessero reddito in agricoltura… Avrei potuto allevare pecore, che mi sono visceralmente antipatiche, o maiali, ma non meno di 30 capi… e già sapevo del felice ritorno del lupo nelle nostre foreste Così ho pensato l’Impossibile… Tre UBA equivalevano a 3 vacche adulte… e le monumentali, bianche regine dell’Appennino con le loro corna a forma di luna sapevano benissimo difendersi da sole. Ma l’allevamento di bovini allo stato brado era stato fonte di interminabili diatribe e discussioni in famiglia per tutta la mia infanzia e giovinezza: in casa nostra era un argomento tabù. Infatti zio Venanzo aveva, per primo, cominciato a creare nella zona un nucleo selezionato di 200 fattrici di razza romagnola allo stato brado con grandi stalle per la stabulazione libera. Il salariato addetto al controllo del bestiame aveva un cavallo con cui raggiungeva gli animali anche nei posti più impervi e a me faceva pensare ai cow boys dei film americani. Mio padre Pino, una gran testa con l’uzzolo dell’economia molto più sviluppato del mio :-), aveva da sempre litigato con Venanzo, fratello di mia madre, perché lo reputava un sognatore. Dal suo punto di vista mio padre Pino aveva ragione, l’idea di Venanzo era buona, ma bisognava avere molta più terra di quella che noi avevamo ed essere oculatissimi con le spese… A mio zio Venanzo piaceva fare le cose bene, a mio papà piaceva fare cose che rendessero economicamente. Infatti proprio Pino, già nei primi anni ottanta, aveva pensato che l’unico modo di far sopravvivere Spante sarebbe stato condividerlo con degli ospiti interessati alla vita in campagna… E allora “agriturismo” non esisteva nemmeno come termine sul vocabolario… Così fregandomene di tutti i battibecchi che avevo sentito fino ad allora, ho pensato che potessero aver ragione tutti e due… Naturalmente Papà non era d’accordo e Venanzo aveva già da tempo raggiunto il campo dell’Altra Sponda, ma tra loro oramai questa diatriba era diventata una questione di principio… Chi mi vietava di affiancare all’ azienda agrituristica...
read moreMelonta tra storia familiare e natura selvaggia…
Quando il bisnonno Conte Eugenio Faina sposò la Baronessa Isabella Danzetta nel 1870, cambiarono molte cose nell’ organizzazione della vita della famiglia, finora concentrata tra le proprietà di Spante, San Venanzo e quelle di Orvieto. Al contrario di suo padre Claudio, piuttosto conservatore e tradizionalista, la cui moglie Giuseppina Anselmi aveva dovuto, o piuttosto era stata costretta, a partorire a Spante perché era la Casa Madre e la prima proprietà terriera dei Faina dal 1752 , arrivandoci, già avanti nella gravidanza, fortunosamente, in portantina.. (infatti, al tempo non c’erano strade carrabili che collegassero Spante al resto del mondo) Eugenio, il figlio nato dopo quel viaggio avventuroso, aveva una mentalità più aperta e lungimirante… Crescendo più che altro con la madre Giuseppina, pittrice affermata, donna di vasta cultura e di mentalità più moderna, aveva approfondito le tematiche e le difficoltà dell’agricoltura dei suoi tempi, cercando nuove soluzioni ai problemi di ogni giorno. Si sarebbe in seguito occupato di fondare e organizzare la Facoltà di Agraria, che la città Perugia non aveva mai avuto, con sede nel Monastero di San Pietro, ma di questo e di altro racconterò più avanti. Per tornare al matrimonio, e alla storia che volevo raccontare oggi, la Baronessa Isabella portò il dote 100.000 lire d’oro al marito con cui Eugenio comprò la proprietà dell’ Elmo e di Melonta -1200 ha circa, delimitata, a grandi linee, a nord dal fiume Fersinone e da Monte Giove, ad ovest dal fiume Chiani, a sud dalla strada che collegava Todi a Orvieto e ad est dai torrenti Faena e Caldana- sterminate leccete dense, primordiali e disabitate, unendo così la Proprietà di Spante – San Venanzo a quella di Orvieto… Il suo progetto era di destinare questi boschi alla produzione della carbonella e al pascolo di maiali allo stato brado. Un’ idea di utilizzazione e non di abuso del suolo che ancora oggi è all’avanguardia per la gestione di una azienda che considera la protezione dell’ ambiente uno dei suoi obiettivi primari. Nel 1954 mia nonna Maria ha venduto questa proprietà alla Forestale, permettendo che continuasse la protezione di un sistema ecologico così delicato. La foresta dell’ Elmo e Melonta ha mantenuto ancora oggi intatte tutte le sue bellezze selvagge, è l’ambiente ideale per molte specie di insetti farfalle, mammiferi e pesci altrove estinti, le sue acque sono così pure che si può trovare ancora il gambero di fiume, è l’ultimo rifugio per il gatto selvatico e per le pochissime lontre allo stato libero in...
read moreOrso… Pasqua con i tuoi!
Sirio è un cane specialissimo, disceso, letteralmente, dalla stella di cui porta il nome, dolce ma ben determinato realizzare qualunque piano sia messo in testa. Infatti, in un’estate di tanti anni fa, col piglio di chi sa cosa vuole, Sirio si è messo a osservare la realtà circostante e a perseguire un suo personale progetto. Nel maggio del 2002 la mamma di Fire, Snow Storm, potentissima Signora del Branco era volata sull’ arcobaleno, liberando il futuro Console Onorario di Borgo Spante dalle continue prove che gli imponeva per poter entrare in famiglia… Qualche mese dopo è arrivata un’altra regina bianca che ha preso, nel cuore di tutti, il posto della prima. Dafne aveva poco più di due mesi quando e arrivata a Spante e in Agosto ha avuto il suo primo calore. Così, nel clamore generale di tutti i giovani maschi innamorati, lei è rimasta per 20 giorni in camera mia, protetta dalle entusiastiche, eccessive attenzioni dei compagni di branco. Potete immaginare che casino di pianti uggiolii, raspate, agguati per raggiugere la Bella nella sua Torre Eburnea. Abbiamo resistito per ben venti giorni a questo assedio di fuoco determinate ad evitare cuccioli finché Dafne non fosse stata un po’ più grande, ma allo stesso tempo eravamo più giovani ed inesperte… Così una bella mattina, al 21°giorno quando tutto “sembrava” essersi calmato, dopo aver chiuso tutti i maschi in casa, decido di andare, con Dafne al guinzaglio, a goderci mezz’ora d’aria e un po’ di sole… Mentre parlavo con Giuliana e gli ospiti, appena fuori della cucina, sento un movimento brusco alle mie spalle, una strapponata al guinzaglio, e Dafne si volta repentina… Sirio le era letteralmente saltato addosso. Lei si è divincolata e gli ha ringhiato contro, offesissima di esser stata presa alla sprovvista… Cosa era successo? Qualcuno degli uomini, nonostante fossero stati avvertiti in precedenza, hanno pensato bene di aprire il portone, quel tanto che bastava a fare uscire i “compagni di genere”! In seguito sono riusciti a recuperare Fire, July Sky, e Buck, ma il dolce e sottomesso Sirio si era già defilato come un ombra tra gli alberi… Ho visto spesso accoppiarsi i cani: restano uniti per circa 20 minuti prima che la natura permetta loro di separarsi, per cui ho fatto subito scendere Sirio dalle spalle della femmina, mentre Dafne continuava a rimproverarlo spingendolo via… e pensavo di aver evitato ulteriori conseguenze! La beata illusione e durata fino ai primi di ottobre quando non ho potuto più nascondere la testa sotto la sabbia: Dafne era visibilmente, felicemente incinta… Quell’ autunno sono nati sei splendidi cuccioli e Dafne, nonostante sospiri e borbottii di scontento, li ha tirati su tutti belli e sani… Uno di loro, il maschietto più grande e ricciuto chiamato Orso, è andato a vivere con una nostra ospite e amica a Roma. Sirio e Dafne hanno avuto una magnifica sorpresa questa settimana… Ieri Maru e Orso sono tornati a trovarci. Orso più alto di Sirio, maestoso e schivo come un pastore dei Pirenei, ha appena sei mesi meno di Dafne, ma quando viene a Spante ritorna cucciolo, “ritorna a casa”. E’ stata una giornata bellissima, piena di dolcezza e di sole, coccole e...
read moreNelle vicinanze di Borgo Spante: Pitigliano
Le montagne che si vedono dallo “skyline della piscina” di Borgo Spante sono proprio l’Amiata e il Cetona, per noi, Porte della Toscana! A meta strada fra Borgo Spante e le Cascatelle di Saturnia andando verso ovest, ci sono tre gioielli del paesaggio, disposti a triangolo, che meritano una giornata di visita: sono Sovana, Sorano e… Pitigliano di cui oggi condivido queste inusuali e splendide foto. Auguri, Pitigliano per la tua candidatura ad essere, quest anno, il “Borgo dei Borghi” di Rai 3! Spero proprio tu vinca! Tante storie so sulla Piccola Gerusalemme, sul suo vino rosso e sulla sua antica sinagoga… Meritano un discorso a parte Sovana e Sorano villaggi unici, così vicini… così diversi… Ma di questo si può parlare a cena, bevendo del buon vino rosso, circondati dall’affetto dei nostri pelosi e di nuovi...
read moreLe piante in vaso, a Borgo Spante, hanno una vita lunghissima…
Rimangono piccole e tenaci nei loro vasi di terracotta, attraversando le stagioni… Ho ancora molte piante di mia nonna che vivono la loro vita semplice nei vasi di un tempo, quasi Bonsai naturali, adattate a sopravvivere in ogni condizione avversa, ma queste con i loro fiori fucsia, le amo particolarmente. Parlo di due Bouganvillee, che erano vive almeno dieci anni prima che io nascessi: riportate da mia nonna Maria,come talee, dal giardino di un’amica a Scilla… Ora è il momento della mia piccola storia: Due estati fa, di questi tempi, quando mia Madre Jacobella se ne è volata via, ho passato un periodo confuso e nessuno si è ricordato di dar loro l’acqua. Silenziosamente, un po’ per volta, le piante hanno perso brattee e foglie e e sono morte anche loro. E’ arrivato ottobre, io mi sentivo triste e in colpa perchè non ero riuscita a far sopravvivere le due piante. Le ho riparate in veranda e le ho trattate come fossero vive… Verso la fine di Aprile le ho rimesse al loro posto, annaffiandole un poco e dopo due settimane la più giovane ha cominciato a germogliare. Un risveglio lento, impercettibile, costante… Forse per simpatia, dopo un mese e mezzo, la più vecchia ha cominciato a muovere… La primavera ci aspetta sempre, noi che ci crediamo spezzati dal dolore, per rinnovare la Promessa eterna con una brattea che ha il colore del rossetto che la Madre portava, tanti anni...
read moreLe cose più strane fioriscono dalle parti della piscina
Giardino di rose e palme… Yucche e fichi d’india di paesaggi desertici… ma la più inconsueta è la jungla di carciofi selvatici colorano la greppa davanti a Fuochi 3! Queste piante fanno parte della storia di Spante ancora prima che io nacessi: il carciofo selvatico, amarissimo da mangiare, era però indispensabile perché, con i suoi fiori, permetteva al latte di cagliare e lo trasformava in profumatissimo formaggio. Buongiorno e godetevi le foto…
read moreResoconto della raccolta di oggi
Siamo partiti all’alba (ovviamente non è vero, sapete che la colazione a Spante è rigorosamente alle nove e MAI prima!!!) e dopo un salto dalla Tilde (bar di Ospedaletto Downtown) ci siamo diretti alla Piana del Morto, direzione San Marino, alla ricerca dei Porcini! Vi dirò un segreto, la Piana del Morto non è affatto piana, è un DIRUPO a strapiombo su un FOSSO!! Mentre Claudia e Loriano facevano i “direttori dei lavori” e dall’alto dirigevano la ricerca del fungo, io mi infrattavo sempre di più nella selva tra rovi e ragni di ogni specie…i due mi esortavano con racconti (probabilmente leggendari ) “qui abbiamo trovato 5 kili di Porcini, lì non ci bastavano i cesti abbiamo dovuto prendere il trattore, etc…etc…” Io nel frattempo imparavo a riconoscere Amanite Phalloides e Boletus Satanas…fortunatamente Fire mi seguiva fino in fondo al fosso, nascondendosi e poi ricomparendo con una lunga lingua di fuori! Alla fine, dopo aver raccolto solo una piccola palombella rossa grande come il mio pollice, sono riuscita a risalire la gola e per premiare i miei sforzi C&L hanno deciso di portarmi a bere il caffè al circolo ricreativo di San Marino, luogo di ristoro, stazione di posta e meta di pellegrinaggio per tutti i viandanti verso il mitico Bosco dell’Elmo. Ed è qui che ci è sovvenuta l’idea di andare a funghi lungo il comodo sentiero sterrato che parte dal Molino del Fruga. Ispirazione forse meno ardita della Piana del Morto ma di certo più realistica e certamente più produttiva Qui, sotto una deliziosa pinetina, abbiamo trovato una distesa immensa di sanguinelli e galletti!! A degno coronamento della giornata la Giuliana sta preparando una leggera pasta, che certamente non stuccherà, a base di funghi, salsiccia e sugo!! Gli insegnamenti del giorno sono dunque due: se gli obbiettivi che ci prefiggiamo sono alti (porcini) i risultati sono comunque più che soddisfacenti (sanguinelli e galletti –> pasta funghi e salsiccia); quello che cerchi per rendere i tuoi giorni più lieti non si trova nei luoghi più impervi (Piana/Fosso del Morto) ma in quelli più facili da raggiungere (Bosco dell’Elmo) E adesso, tutti a mangiare che abbiamo...
read moreNeve
Dopo lunga e paziente attesa, mentre intorno tutto fioriva, Neve ha ricevuto proprio oggi il suo più bel regalo di compleanno… Tre anni fa, in una giornata gelida di neve marzolina, era lei che usciva da Nut e apriva il suo dolce sguardo su un mondo vestito di bianco. Oggi, a tre anni da allora, è Devi, la sua prima figlia,a posare lo sguardo attonito su una distesa di rosa… E’ il mandorlo che lascia piovere i suoi petali gentili sulla Vita che si rinnova
read moreDanau
Ecco Danau, la cucciola dedicata al fiume della Grande Madre, nelle sue prime ore di vita… Su un alto letto di paglia e fieno, la saggia Theti ha scelto di posare il suo fiore più prezioso, quest’anno… Insieme si godono il meritato riposo dopo rischi e travagli! Questo eroismo silenzioso, al Femminile, è quello a cui amo inchinarmi ogni volta…
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